LO ZOO DI VETRO

Lo spettacolo evidenzia nevrosi e frustrazioni, disagi e spaesamenti di una famiglia "ai margini". Dopo "Il Diario di Adamo ed Eva", un altro viaggio attraverso gli angusti passaggi di tempo. La forzosa accettazione-negazione di una realtà difficile da digerire e metabolizzare; tenere il passo con il troppo rapido mutamento di una società sempre meno a misura d'uomo, risulta in qualche caso difficile, a volte addirittura traumatico.E quando questo avviene contemporaneamente al naturale crescere, maturare, modificarsi della propria personalità, il meccanismo può incepparsi, si rischia di rimanere chiusi in una dimensione parallela ed impenetrabile, un mondo "altro" in cui rifugiarsi per sfuggire all'incalzare ossessivo dei tempi; un mondo fatto di cianfrusaglie, di aspirazioni frustrate, di ricordi. Ma la realtà è una presenza che si impone, insinuandosi nelle crepe fatalmente presenti in ogni barriera; corrode, frantuma e rende inutile qualsiasi difesa. L'ironia, talvolta pungente e scomoda, che porta anche a situazioni comiche, grottesche e surreali, non fa che accentuare il dramma di questo disagio di cui ci sentiamo quasi quotidianamente protagonisti noi stessi. Le musiche appositamente composte sono eseguite dal vivo e interagiscono con la narrazione teatrale. 

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