CON QUELLA FACCIA UN PO' COSÌ - PAOLO CONTE
Da dove nascano le sue canzoni è un mistero, o per meglio dire un rebus – come quelli che Paolo Conte ama risolvere sulle pagine della Settimana Enigmistica. Per esempio, da dove viene il padrone del Mocambo? Che tipo è? E come gli è saltato in mente di dare al suo modesto caffè astigiano il nome di un nightclub di Hollywood?
A raccontarcelo è lui in persona, il padrone del Mocambo. Siamo nel 1961, il bar è aperto da poco più di due anni ma già rischia di chiudere. Infatti stasera il padrone del Mocambo dovrà vedersela con il curatore fallimentare, e intanto che lo aspetta ripercorre le proprie vicissitudini: la giovinezza in campagna sotto un cielo bardato di stelle, quella volta che ha visto sfrecciare il Diavolo Rosso in sella alla sua bici, la scoperta del jazz e l’amore per una ragazza che lo lascia da solo nei pomeriggi estivi troppo azzurri e lunghi, che lo tradisce in crociera e lo fa andare alla deriva onda su onda…
Ma ecco che finalmente arriva il curatore. Capelli rossicci, fronte aggrottata, naso incastrato tra bocca e nasone. Di giorno svolge la professione legale, di notte canta in un quartetto jazz. Con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così.
Paolo Conte nasce ad Asti. Fin da ragazzo comincia a coltivare quelle che ancora oggi sono le sue passioni: il jazz americano e le arti figurative. Inizia a scrivere canzoni sulla scia di suggestioni assorbite dalla vita, dal cinema e dalla letteratura.
Il decimo ritratto non poteva che essere dedicato al genio surreale e snob di Conte.