I'M YOUR MAN

Siamo in una stanza parecchio incasinata del Chelsea Hotel, già, quello della canzone. Per terra, un mucchio di fogli, fotografie, spartiti, appunti. Dev’esserci anche un biglietto lì in mezzo, avvolto in un papillon – i primi versi che Leonard Cohen abbia mai scritto. Era il giorno del funerale di suo padre, e lui aveva solo nove anni. Ok, un esordio precoce, d’accordo. Ma cosa c’era scritto in quel biglietto? E perché infilarlo proprio in un papillon? Mah.

Adesso che di anni Leonard ne ha ottanta non riesce proprio a ricordarselo – e nel casino della stanza il papillon non salta fuori. Un vero peccato, perché è certamente lì che è cominciato tutto: la sua battaglia contro il silenzio, il desiderio di raccontare, l’istinto di dare un nome alle cose perché il silenzio facesse meno paura.

Nel tentativo di richiamare alla memoria quei primissimi versi, a Leonard non resta che ripercorre i fatti più importanti della sua vita: quella volta che ha ipnotizzato una cameriera perché si spogliasse davanti a lui; il nonno che gli leggeva la Torah; le lezioni di chitarra prese da un mariachi spagnolo sciupafemmine; le poesie giovanili traboccanti d’amore e di seni scoperti; i ritiri spirituali con il maestro Roshi.

E le donne, naturalmente, tantissime donne. Suzanne, Janis Joplin, Nico – e Marianne, soprattutto. Leonard l’ha vista per la prima volta a Idra, una figura abbagliante nel sole greco, una specie di allucinazione. È a lei che Leonard rivolgerà il suo pensiero, le ultime parole prima del silenzio, è da Marianne che si lascerà condurre to the end of love.

Un tributo sotto forma di spettacolo-concerto in cui alle parole del celebre scrittore, poeta e cantautore canadese di Montreal (1934), si aggiungono le canzoni che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Un’investigazione sugli anfratti più reconditi dello spirito umano; un viaggio meraviglioso che scandaglia l'amore, la solitudine, la religione, i rapporti tra le persone.

Attraverso le atmosfere a volte rarefatte, a volte accorate, “I’m Your Man” traccia un ritratto coinvolgente ed affascinante di Leonard Cohen. Gli arrangiamenti originali ripropongono in una veste nuova e acustica brani famosi quali "Suzanne", "Allelujah", "I'm your man", "Dance me to the end of love", "Famous blue raincoat" e molti altri...

Ballate, vi prego, fatemi danzare verso la bellezza, con un violino in fiamme. Fatemi danzare attraverso il panico finché non sarò in salvo. Fatemi danzare fino al limite ultimo dell’amore.

 

Dallo spettacolo è tratto il disco I'm your man

Condividi